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SPESE PER ABBIGLIAMENTO

la Corte di giustizia tributaria di 2° grado della Lombardia, riguardante una nota giornalista e fashion influencer, è intervenuta su un tema da sempre estremamente controverso: -sancendo la deducibilità al 50% dal reddito di lavoro autonomo-dei costi per abbigliamento utilizzato per la partecipazione a specifici eventi e/o serate promozionali. Si propone il punto sul relativo inquadramento fiscale alla luce degli orientamenti di prassi e giurisprudenza. Nell’esercizio di numerose attività professionali (ed anche ‘d’impresa) si impone l’esigenza di rapportarsi con clienti/pubblici uffici (o col pubblico, in occasione di specifici eventi) con un abbigliamento “consono” all’occasione, sostenendo costi anche di importo significativo. Per tale motivo, in via periodica, si ripresenta la problematica relativa alla deducibilità di tali spese ai fini della determinazione delle imposte sul reddito.   Si noti che la questione riguarda i capi d’abbigliamento  non acquistati per dipendenti o collaboratori  ma acquistati dal professionista o dall’imprenditore individuale per sè stesso, i cui profili di deducibilità presentano una sensibilità più marcata

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