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Quali sono le sanzioni per il datore di lavoro?

In caso di accertamento di un lavoratore in nero, il datore di lavoro è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria, la cosiddetta “maxi sanzione” che varia a seconda della durata del rapporto di lavoro:


da 1.950 a 11.700 euro per ciascun lavoratore irregolare, se impiegato senza la preventiva comunicazione di assunzione sino a 30 giorni di effettivo lavoro;

da 3.900 a 23.400 euro, se il lavoratore è stato impiegato da 31 a 60 giorni;

da 7.800 a 46.800 euro, se il lavoratore risulta impiegato oltre i sessanta giorni.

Il lavoratore in nero può rischiare:


un accertamento fiscale per i redditi percepiti e non dichiarati all’Agenzia delle Entrate. In ogni caso, il fisco può provare l’evasione tramite un accertamento sintetico, sulla base cioè delle spese fatte dal contribuente;

un procedimento penale per il reato di falso in atto pubblico e di indebita percezione di contributi statali nel momento in cui risulti che abbia fatto richiesta e percepito sussidi per disoccupati e indigenti, come ad esempio l’assegno di disoccupazione (la cosiddetta Naspi) o altre sovvenzioni pubbliche collegate all’Isee.


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