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Professionisti, subito l’incentivo che premia le aggregazioni

Zero imposte per chi passa da studio individuale ad associato o per chi crea Stp



Dopo anni di attesa scatterà da subito, con l’entrata in vigore del decreto, la tanto attesa neutralità fiscale delle aggregazioni tra professionisti. In pratica zero imposte per i singoli che si associano tra loro e anche per gli studi che, da associati, si trasformano in società. Un incentivo, quello della neutralità fiscale, pensato proprio per spingere la galassia delle professioni, ancora organizzata per la maggior parte in realtà di piccole dimensioni e individuali, a unirsi e a crescere. «Una svolta epocale - non ha esitato a definirla il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo - che punta a favorire la logica dell’aggregazione tra studi anche per rispondere alle esigenze della clientela».


La neutralità fiscale era uno dei principi guida indicati dalla legge di riforma fiscale e ora trova posto nel decreto sui redditi, il tredicesimo decreto legislativo di attuazione della riforma, varato il 30 aprile dal Consiglio dei ministri in prima lettura, insieme con le altre norme di revisione del prelievo sui redditi da lavoro autonomo.


In pratica il decreto stabilisce che non costituiscono plusvalenze tutti i conferimenti, sia di beni materiali che immateriali (la clientela, ad esempio) derivanti da attività artistica o pr0fessionale che confluiscono in una società. Nulla quindi è dovuto, anche ai fini Iva e Ires. E questo vale sia per chi costituisce società tra professionisti (Stp), sia per chi passa dallo studio individuale a uno associato. In realtà la neutralità abbraccia tutte le operazioni straordinarie, tra cui fusioni e persino - stando alle ultime bozze - in senso inverso, le scissioni delle società. Stessa “copertura” anche per il passaggio del testimone, in caso di decesso del professionista, verso l’erede che subentri entro cinque anni nello studio.


Per i professionisti si tratta anche di un ulteriore passo avanti verso la piena parità con il mondo delle imprese: per queste ultime, infatti, la neutralità fiscale di qualsiasi operazione di riassetto straordinario è già una realtà. Al contrario, proprio il peso del prelievo fiscale ha rappresentato finora un forte disincentivo alla crescita e anche al passaggio a modelli di business più evoluti come le società tra professionisti multidisiplinari, che, mettendo insieme più competenze e più specializzazioni, riescono a soddisfare al meglio le richieste sempre più complesse delle aziende. Basta guardare ai numeri: a dicembre scorso, a 13 anni dall’avvio delle Stp (legge 183>/2011), erano iscritte al Registro delle imprese solo 3.487 tra Stp di commercialisti, ragionieri, architetti e ingegneri e società tra avvocati (si veda il Sole 24 Ore del 29 aprile). Ma anche quando la neutralità fiscale sarà realtà, resterà ancora un ostacolo sulla via delle aggregazioni: la flat tax. La tassa piatta al 15% riconosciuta solo ai professionisti singoli con redditi fino a 85mila euro, infatti, continua a premiare proprio chi resta “piccolo”.


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